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Il rinvenimento della necropoli di Capestrano è uno dei fatti archeologici più sorprendenti degli ultimi anni.
Questo non soltanto per la qualità dei reperti riesumati -in gran parte conservati al museo archeologico nazionale d’Abruzzo– ma per la straordinaria testimonianza che ci offre circa diverse epoche storiche.
Vogliamo scoprirne di più?
Che Capestrano fosse un ricettacolo di storia e suggestioni paesaggistiche non è certo una novità in questo spazio.
Abbiamo visto come il borgo di Capestrano rechi i formidabili simboli del passaggio di varie famiglie aristocratiche: le chiese, il castello Piccolomini e addirittura un’iscrizione palindroma di cui, ancora oggi, non se ne conosce il significato.
Le sorprese dell’area che circonda la nostra Tenuta, però, non finiscono qui.
Proprio ai piedi della città moderna, la foce del fiume Tirino e le tre sorgenti che ne fanno da affluenti, è stata rinvenuta un’antica necropoli, la cui presenza offre l’eccezionale ritratto non di un particolare periodo storico, bensì di un’eccezionale continuità nella storia.
La necropoli si estende in un’area a 298 metri sul livello del mare, e comprendere Capestrano, Capodacqua e Ofena.
Il sito in cui sorge la necropoli è lo stesso dove, nel 1934, fu rinvenuta la celebre statua del Guerriero di Capestrano e della dama, sua figlia o consorte.
Una statua notevole, manifesto ineccepibile dall’arte italica, diventata in poco tempo simbolo dell’Abruzzo.
A questa scoperta, capitata quasi per caso da parte di un contadino, ne seguirono altre, in virtù delle
tante campagne di scavo susseguitesi nel corso del tempo.
Ma qual è la conclusione di tutte queste campagne di scavi?
Difficile dirlo con certezza!
Quella della necropoli di Capestrano è una storia che conserva, a tutt’oggi, dei punti oscuri.
Prima del rinvenimento della necropoli, infatti, sebbene si nutrissero certezze circa insediamenti nel periodo preistorico, non se ne avevano invece riguardo tutta l’epoca che precede quella romana.
Ancora oggi, circa il periodo italico-romanico, permangono alcune informazioni confuse e non
troppo chiare.
La necropoli faceva capo a un più grande insediamento protostorico, risalente all’età neolitica, che
continuò a vivere, in epoca imperiale, sotto il nome di Aufinum.
Si pensa che Aufinum fosse un importante centro culturale nell’antica Roma; tuttavia non vi è molta
chiarezza circa il suo ruolo.
Alcune teorie vedrebbero l’intera area come una grande città territorio, con vari nuclei dislocati sulla
superficie, attraversata dalla via Claudia Nova, che collegava Roma alla costa adriatica.
Se poche sono le certezze rispetto all’esatto ruolo di Aufinum in epoca romana, molte sono le verità rilevate grazie agli scavi nel corso del tempo.
L’ubicazione delle tombe e il rinvenimento dei reperti funerari, infatti, farebbero pensare a un insediamento specifico, riferibile all’antica città di Aufinum.
Non solo: negli scavi della necropoli sarebbero identificabili addirittura tre fasi archeologiche.
Così, gli scavi di Capestrano costituiscono ricettacolo di diverse epoche storiche.
Un luogo in cui si respira la storia e dov’è possibile perdersi nelle sue maglie: fra mille reperti e testimonianze che le richiamano.
Ora che ne sai di più sulla necropoli di Capestrano, che ne dici di venire a trovarci nella nostra Tenuta, immersa proprio nella bellezza di questi posti?
Fra le sponde del fiume Tirino e le antiche rovine dei Vestini, potrai immergerti in tante belle attività, circondato dalla natura incontaminata di questi posti.
Che aspetti, allora?
Visita il nostro sito per saperne di più.
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