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14 Ottobre 2022

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Necropoli di Capestrano: un’area stillante di storia

Necropoli di Capestrano: un’area stillante di storia

Il rinvenimento della necropoli di Capestrano è uno dei fatti archeologici più sorprendenti degli ultimi anni.

Questo non soltanto per la qualità dei reperti riesumati -in gran parte conservati al museo archeologico nazionale d’Abruzzo– ma per la straordinaria testimonianza che ci offre circa diverse epoche storiche.

Vogliamo scoprirne di più?

Capestrano: fra necropoli e mura medievali

Che Capestrano fosse un ricettacolo di storia e suggestioni paesaggistiche non è certo una novità in questo spazio.

Abbiamo visto come il borgo di Capestrano rechi i formidabili simboli del passaggio di varie famiglie aristocratiche: le chiese, il castello Piccolomini e addirittura un’iscrizione palindroma di cui, ancora oggi, non se ne conosce il significato.

Le sorprese dell’area che circonda la nostra Tenuta, però, non finiscono qui.

Proprio ai piedi della città moderna, la foce del fiume Tirino e le tre sorgenti che ne fanno da affluenti, è stata rinvenuta un’antica necropoli, la cui presenza offre l’eccezionale ritratto non di un particolare periodo storico, bensì di un’eccezionale continuità nella storia.

La necropoli si estende in un’area a 298 metri sul livello del mare, e comprendere Capestrano, Capodacqua e Ofena.

La necropoli immortale di Capestrano

Il sito in cui sorge la necropoli è lo stesso dove, nel 1934, fu rinvenuta la celebre statua del Guerriero di Capestrano e della dama, sua figlia o consorte.

Una statua notevole, manifesto ineccepibile dall’arte italica, diventata in poco tempo simbolo dell’Abruzzo.

A questa scoperta, capitata quasi per caso da parte di un contadino, ne seguirono altre, in virtù delle
tante campagne di scavo susseguitesi nel corso del tempo.

  • Nella prima campagna di scavi, nel 1934, insieme al Guerriero e alla sua Dama, furono rinvenuti anche diversi tumuli e tombe ad incinerazione e inumazione, le più antiche delle quali databili al V-IV secolo A.C. (età del ferro).
  • Nel 2012, l’Università G. D’annunzio Chieti-Pescara ottiene l’autorizzazione a condurre gli scavi, nell’ambito di un progetto di ricerca già iniziato nel 2003, in società con la Soprintendenza per i beni archeologici dell’Abruzzo.
  • L’ultimo scavo è stato condotto nel 2017, nel mezzo dell’evento Sulle orme del guerriero, organizzato in sinergia fra Comune, Pro loco, Mibact, l’università di Chieti e Oxford e le soprintendenze archeologiche dell’Aquila e di Chieti. Non da meno, il sostegno di varie associazioni e reti di imprenditori. In quest’ultimo scavo, come testimonia la docente di archeologia classica dell’Università G. D’annunzio Oliva Menozzi, sono state rinvenute quattro tombe: due di individui adulti, una di un bambino e di un feto. Ritrovate anche una spada corta e una lancia, tutte contemporanee al guerriero.
Entrambe le immagini sono tratte dall’archivio fotografico del Museo archeologico nazionale d’Abruzzo.

Una realtà archeologica complessa

Ma qual è la conclusione di tutte queste campagne di scavi?

Difficile dirlo con certezza!

Quella della necropoli di Capestrano è una storia che conserva, a tutt’oggi, dei punti oscuri.

Prima del rinvenimento della necropoli, infatti, sebbene si nutrissero certezze circa insediamenti nel periodo preistorico, non se ne avevano invece riguardo tutta l’epoca che precede quella romana.

Aufinum: la necropoli di Capestrano in epoca imperiale

Ancora oggi, circa il periodo italico-romanico, permangono alcune informazioni confuse e non
troppo chiare.

La necropoli faceva capo a un più grande insediamento protostorico, risalente all’età neolitica, che
continuò a vivere, in epoca imperiale, sotto il nome di Aufinum.

Si pensa che Aufinum fosse un importante centro culturale nell’antica Roma; tuttavia non vi è molta
chiarezza circa il suo ruolo
.

Alcune teorie vedrebbero l’intera area come una grande città territorio, con vari nuclei dislocati sulla
superficie,
attraversata dalla via Claudia Nova, che collegava Roma alla costa adriatica.

Nella necropoli si congiungono diverse epoche storiche

Se poche sono le certezze rispetto all’esatto ruolo di Aufinum in epoca romana, molte sono le verità rilevate grazie agli scavi nel corso del tempo.

L’ubicazione delle tombe e il rinvenimento dei reperti funerari, infatti, farebbero pensare a un insediamento specifico, riferibile all’antica città di Aufinum.

Non solo: negli scavi della necropoli sarebbero identificabili addirittura tre fasi archeologiche.

  • VI-V sec. A.C. di cui è testimonianza la necropoli de Il guerriero di Capestrano.
  • IV-III sec. A.C. testimoniato dalle tombe di ceramica a vernice nera ritrovate nell’abitato.
  • I secolo AC/ III secolo D.C. (tutta l’età imperiale): rilevabile dai reperti epigrafici e da tutta la ceramica, con presenza di beni di importazione e monete di vittoriani romani.

Così, gli scavi di Capestrano costituiscono ricettacolo di diverse epoche storiche.

Un luogo in cui si respira la storia e dov’è possibile perdersi nelle sue maglie: fra mille reperti e testimonianze che le richiamano.

La Tenuta il guerriero

Ora che ne sai di più sulla necropoli di Capestrano, che ne dici di venire a trovarci nella nostra Tenuta, immersa proprio nella bellezza di questi posti?

Fra le sponde del fiume Tirino e le antiche rovine dei Vestini, potrai immergerti in tante belle attività, circondato dalla natura incontaminata di questi posti.

Che aspetti, allora?

Visita il nostro sito per saperne di più.

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